
"Houdi, scendi subito, riportali giù! Tati, non piangere ti prego, ora risolvo tutto io...JOSE, PORTA UNA SCALA; DEVI SALIRE SUL TETTOOOOO." Per io intendevo sempre includere Giuseppe.
La giornata era cominciata decisamente maluccio.
Finalmente stava per arrivare la domenica, giornata di riposo e rilassamento, se poi riuscivamo ad ignorare i salti della scimmia che sul tetto si svegliava alle prime luci dell'alba e cantava la sua gioia mattutina prima di lanciarsi a fare dispetti a tutti i vicini di casa, magari riuscivamo anche ad alzarci dal letto alle nove .
Macchè, quella mattina Houdi aveva premeditato tutto.
Una manciata di giorni prima Tati aveva partorito i suoi nuovi cuccioli e stavolta, ormai veterana, si era convinta che lo scatolone fuori dalla cucina non era affatto male.
La sera allattava i suoi piccoli, li lasciava addormentare e verso la seconda metà della notte se ne andava a caccia, o a far baldoria, o magari a qualche incontro di vecchie streghe africane, per poi ricomparire all'alba, giusto in tempo per indossare i panni della candida mammina e accudire i suoi pargoli.
Houdi l'aveva tenuta d'occhio, conosceva i suoi spostamenti e quella mattina era sveglio prima del primo raggio di sole, sapeva di avere pochissimo tempo a sua disposizione.
Sentii i primi rumori provenire dal tetto - E' l'alba - pensai e mi rigirai nel letto.
Poi ne sentii degli altri -Che ci fa già di ritorno Houdi? - e poi corse di nuovo via - Forza Lucy tieni gli occhi chiusi e dormi, ignoralo - mi risistemai sul cuscino.
Passarono soli pochi minuti e la scena si ripetè, ormai sentivo Giuseppe muoversi e immaginavo che anche lui si stesse inducendo a dormire con scarsi risultati.
Improvvisamente Tati balzò sulla finestra della nostra camera e si abbarbicò sulla zanzariera come un geco impazzito, miagolava e piangeva, strabuzzava gli occhi e mi chiamava disperata.
Fummo subito in piedi, tempo di aprire la porta e assistere alla scena in cui Houdi, il macaco dalle natiche pelate, correva come un pazzo con in bocca un gattino, esattamente nello stesso modo con cui li trasportava la loro mamma gatta, veniva nella nostra direzione, Tati cercò invano di fermarlo, lui era decisamente più agile.
Con pochi balzi fu sul tetto e unì il terzo gattino ai due fratellini precedentemente rapiti.
La povera Tatina cercava un appiglio per salire, ma la nostra casetta non aveva grondaie e lei aveva tentato di salire come un ragno ed era chiaro che ora riponeva tutta la sua fiducia in me e Jose.
Risolvemmo l'urgenza mattutina entro l'ora successiva, dopo aver convinto Houdinì a rilasciare gli ostaggi in cambio di un bottino niente male: un mango, una papaia, qualche banana e soprattutto una manciata di caramelle.
Ma il compromesso più difficile lo raggiungemmo con Tati che non ne voleva proprio sapere di ritornare nello scatolone alla mercè di quello scimmiotto psicopatico con problemi di identità.
- Ha rapito i cuccioli per accudirli come se ne fosse stato la madre, ti pare una cosa normale? -
Sembrava mi chiedesse coi suoi occhioni grandi dritti fissi nei miei.
E così, come se non fosse ovvio, Tati riagguantò l'alibi perfetto per traslocare nel nostro ripostiglio col suo scatolone di progenie.
Nei giorni successivi Houdi pareva in stato depressivo, ossessionato dai micetti rimaneva ore appiccicato alle nostre finestre aperte ma munite di zanzariere e sbarre e quando Tati lo scopriva fissarli si scatenava il finimondo.
Il suo morboso interesse si placò il giorno in cui, durante una delle sue scorribande mattutine, tornò con un trofeo che adottò come il peluche preferito.
Era un maialino di gomma rosa con pipetta che suonava ogni volta che lo schiacciava e dal momento che questo accadeva piuttosto frequentemente nei primi tempi, fummo contenti il giorno in cui la sua curiosità lo spinse ad estrarla e il piccolo in adozione rimase muto.
La Tatina quel giorno non fece commenti, strinse a sè i cuccioli rabbrividendo nella sua pelliccia, mi lanciò uno sguardo e si limitò ad alzare un sopracciglio con fare saccente.
..grande Houdinì.. viverti è stato bellissimo.. tanto furbo.. tanto tenero.. mar*
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