Ross era un gattino speciale, raccolto da una pianta, letteralmente!
Mamma gatta lo aveva partorito, assieme alle sue due sorelline, nell'incavo d'un salice proprio di fronte all'entrata della Quercia.
Io li tenevo d'occhio da tempo, osservavo gli spostamenti della mammina premurosa che rintanava con topolino e uccellini tra le fauci.
Finchè un giorno, inspiegabilmente, ho giudicato insufficienti le capacità della bravissima cacciatrice, mi sono caricata in spalla una scala a pioli e l'ho appoggiata al tronco del salice.
Avevo le tasche piene di crocchette.
I micini erano spaventati dalla mia presenza, tutti tranne uno che combatteva tra l'istinto di sopravvivenza e la curiosità tipica dei piccoli.
Un giorno lo scippai al salice, e lo portai Alla Quercia!
Sergio lo battezzò Rossetto, in onore del suo bellissimo pelo fulvo contrastato da due occhioni azzurri tenerissimi.
Ha allietato la nostra casa con coccole, fusa, giochi da cuccioli, amicizia con Celia, la nostra cagnolina, un po' meno con Pablito, gatto che per primo abbiamo adottato.
I nostri ospiti lo adoravano, l'hanno riempito di coccole, immortalato in migliaia di foto, addirittura mi chiedevano la concessione di portarselo a casa!
Una brutta mattina d'agosto, un cane da fuori lo azzannò alla pancia e lui morì perchè l'aria gli scivolava via da quei buchi.
I miei bimbi piangevano, mia sorella piangeva, io piangevo mentre lo accompagnavo di là.
Alla sepoltura eravamo in undici, io e Jose, Andrea e Sergio inconsolabili, Tommaso che li ha aiutati a scrivere la lapide, Christian, la zia Katia, Flavia che teneva a braccetto Ivana, che il solo vedere piangere i bimbi le faceva stringere il cuore, ed infine Ceci e Fill che col loro amore luminoso disegnavano una corona di luce attorno alla scena surreale.
Ma il destino è sorprendente e le coincidenze non esistono, me lo ha spiegato poi Andrea come è andata la storia che sto per raccontarvi connessa a questa, ma nuova, come se, al salice dell'inizio del racconto, fosse stato maltolto un ramo, per porvi l'innesto d'un albero da frutto.
Nel pomeriggio, mi chiamarono Fabio e Ilaria: "Luciana, siamo a Badia, mentre visitavamo il paese abbiamo incontrato un gatto abbandonato, è bellissimo, dolce, più o meno della stessa dimensione di Rossetto..."
Io titubavo, se ne era andato solo da sei ore: "...e poi Luciana - lo sentii esitare- è uguale a Ross."
"Allora non lo voglio!" Giuseppe a quel punto mi tolse il telefono dalle mani e si espresse " Fabio, portalo subito Alla Quercia, lo prendiamo."
Sempre così, quando vedo la discesa io freno e Jose spinge sull'accelaratore, perfortuna!
Dopo mezz'ora arrivò un gattino pulcioso e spaventatissimo, ma docile e sottomesso.
Rimanemmo tutti senza fiato a vederlo tanto simile al cucciolo che avevamo da poco seppellito, persino il cane corse ad annusarlo, smarrita.
Da allora vive con noi Lèon, Leone Italo, era un gatto domestico abbandonato per strada.
Non lo abbiamo mai considerato un sostituto di Ross, tant'è vero che un giorno raggiunsi Andrea alla tomba del gattino sotto al noce, lo abbracciai mentre piangeva e lui mi spiegò una cosa bellissima.
"Lo sai mamma che Rossetto, il giorno che morì, fece un giro intorno al paese prima d'andare in cielo e vide Lèon tutto solo e triste che vagava per le strade, allora pensò che poteva venire a casa nostra a consolarci e fece in modo che i nostri ospiti lo incontrassero e lo portassero da noi, è stato lui a farci arrivare Lèon!"
Da quel giorno non l'ho più visto piangere per Rossetto, da quel giorno ripenso a quel brutto evento come a qualcosa di magico.
Al B&B abbiamo vissuto giorni di meraviglia pura e tutti quelli che arrivavano volevano sentire la storia del gatto nato su un salice, che visse felice Alla Quercia e che ora riposa ai piedi del noce!
Buon Autunno amici miei!


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