...ci vediamo alla Quercia...

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martedì 15 ottobre 2013

Sbrinando il freezer

Mentre il freezer sbrina, con rumori da scioglimento e distaccamento della calotta polare, mi prendo una mezz'ora di pausa, sgranocchio patatine e scrivo un po'.
Bisogna rubarlo il tempo per poter stare seduti al pc e fare qualcosa che ti piace davvero.
Erano almeno due mesi che avevo messo in agenda un piccolo appunto:
URGENTE: SBRINARE FREEZER
La prima volta mi era stato impossibile, quindi tirai sopra una riga e via la settimana successiva:
URGENTE: sbrinare freezer
Insomma non c'entrava nessuno se anche quella volta avevo avuto altro da fare di più importante, altra riga e scritta alla settimana successiva:
sbrinare freezer
Che poi le faccende più noiose te le appunti di lunedì, che tanto è un giorno orrendo di suo ed hai davanti ancora almeno cinque giorni  per far slittare l'incombenza.
La settimana successiva volti la pagina e trovi scritto:
freezer
Ormai ero arrivata ad appuntare nell'angolo in alto a destra:
fr

E poi, a forza di rimandare, arrivi al punto di non ritorno, che se avessi scelto di cucinare ai miei bimbi i bastoncini di pesce, prima dovevo scendere nel locale caldaia, aprire la cassetta degli attrezzi e munirmi di scalpello e martello per distaccare la confezione dal blocco di ghiaccio che inglobava tutto il contenuto del cassetto
.
Ma dai Lucy, perchè ti riduci a tanto?
Ma perchè non c'è tempo, la maggioranza lo uso per pulire, riordinare, sistemare e non mi basta mai, quel poco che avanza lo devo usare per fare cose noiose come stendere, ritirare piegare,stirare e sistemare i panni, e poi vogliamo parlare del pulire i vetri?
A tutti piace avere una casa in ordine e pulita, ma quanta fatica ci costa?

Mentre attendo guardo le foto che ho appeso qua e là per la casa e penso.
Mi sono soffermata alla foto del viaggio di nozze dei genitori di Giuseppe, la mamma alta, bella ed elegante nel suo cappotto chiaro fino alle caviglie e suo padre in abito scuro con cravatta e gillet e sullo sfondo la cupola di San Pietro.
Mi sembra di cogliere nello sguardo di lei un interrogativo, forse una preoccupazione.

Mi alzo e vado altrove a spiare Giuseppe che appena ventenne mi guarda sornione con la sua bella zazzera ricciuta intatta.
E' appoggiato ad una scrivania e dietro di lui ci sono pile di libri da studiare.
Cerco d'indovinare i suoi pensieri ma poi li fermo subito perchè m'arrivano valanghe d'immagini e storie ed ora devo andare a controllare a che punto della fine dell'era glaciale sono arrivata.

Per ultimo però posto questa foto sbiadita:
Siamo io e mio fratello Giovanni.
Adoro le foto che sbiadiscono, adoro leggere i pensieri frizzanti di quel bambino, che è il mio fratello maggiore e sapermi ancora lì fra le sue braccia bambine, in un eterno viaggio nel tempo, fermato in un istante da uno scatto di trentasei anni fa!
Cosa ci perdiamo in cambio d'immagini digitali che non scolorano mai.

Ed ora nuovo appunto sull'agenda:

URGENTE: STAMPA FOTO DEI TUOI FIGLI!

martedì 8 ottobre 2013

Talvolta il destino...

Ross era un gattino speciale, raccolto da una pianta, letteralmente!

Mamma gatta lo aveva partorito, assieme alle sue due sorelline, nell'incavo d'un salice proprio di fronte all'entrata della Quercia.
Io li tenevo d'occhio da tempo, osservavo gli spostamenti della mammina premurosa che rintanava con topolino e uccellini tra le fauci.
Finchè un giorno, inspiegabilmente, ho giudicato insufficienti le capacità della bravissima cacciatrice, mi sono caricata in spalla una scala a pioli e l'ho appoggiata al tronco del salice.
Avevo le tasche piene di crocchette.
I micini erano spaventati dalla mia presenza, tutti tranne uno che combatteva tra l'istinto di sopravvivenza e la curiosità tipica dei piccoli.
Un giorno lo scippai al salice, e lo portai Alla Quercia!

Sergio lo battezzò Rossetto, in onore del suo bellissimo pelo fulvo contrastato da due occhioni azzurri tenerissimi.
Ha allietato la nostra casa con coccole, fusa, giochi da cuccioli, amicizia con Celia, la nostra cagnolina, un po' meno con Pablito, gatto che per primo abbiamo adottato.
I nostri ospiti lo adoravano, l'hanno riempito di coccole, immortalato in migliaia di foto, addirittura mi chiedevano la concessione di portarselo a casa!
Una brutta mattina d'agosto, un cane da fuori lo azzannò alla pancia e lui morì perchè l'aria gli scivolava via da quei buchi.
I miei bimbi piangevano, mia sorella piangeva, io piangevo mentre lo accompagnavo di là.
Alla sepoltura eravamo in undici, io e Jose, Andrea e Sergio inconsolabili, Tommaso che li ha aiutati a scrivere la lapide, Christian, la zia Katia, Flavia che teneva a braccetto Ivana, che il solo vedere piangere i bimbi le faceva stringere il cuore, ed infine Ceci e Fill che col loro amore luminoso disegnavano una corona di luce attorno alla scena surreale. 

Ma il destino è sorprendente e le coincidenze non esistono, me lo ha spiegato poi Andrea come è andata la storia che sto per raccontarvi  connessa a questa, ma nuova, come se, al salice dell'inizio del racconto, fosse stato maltolto un ramo, per porvi l'innesto d'un albero da frutto.

Nel pomeriggio, mi chiamarono Fabio e Ilaria: "Luciana, siamo a Badia, mentre visitavamo il paese abbiamo incontrato un gatto abbandonato, è bellissimo, dolce, più o meno della stessa dimensione di Rossetto..."
Io titubavo, se ne era andato solo da sei ore: "...e poi Luciana - lo sentii esitare- è uguale a Ross."
"Allora non lo voglio!" Giuseppe a quel punto mi tolse il telefono dalle mani e si espresse " Fabio, portalo subito Alla Quercia, lo prendiamo."
Sempre così, quando vedo la discesa io freno e Jose spinge sull'accelaratore, perfortuna!
Dopo mezz'ora arrivò un gattino pulcioso e spaventatissimo, ma docile e sottomesso.
Rimanemmo tutti senza fiato a vederlo tanto simile al cucciolo che avevamo da poco seppellito, persino il cane corse ad annusarlo, smarrita.

Da allora vive con noi Lèon, Leone Italo, era un gatto domestico abbandonato per strada.
Non lo abbiamo mai considerato un sostituto di Ross, tant'è vero che un giorno raggiunsi Andrea alla tomba del gattino sotto al noce, lo abbracciai mentre piangeva e lui mi spiegò una cosa bellissima.
"Lo sai mamma che Rossetto, il giorno che morì, fece un giro intorno al paese prima d'andare in cielo e vide Lèon tutto solo e triste che vagava per le strade, allora pensò che poteva venire a casa nostra a consolarci e fece in modo che i nostri ospiti lo incontrassero e lo portassero da noi, è stato lui a farci arrivare Lèon!"

Da quel giorno non l'ho più visto piangere per Rossetto, da quel giorno ripenso a quel brutto evento come a qualcosa di magico.
Al B&B abbiamo vissuto giorni di meraviglia pura e tutti quelli che arrivavano volevano sentire la storia del gatto nato su un salice, che visse felice Alla Quercia e che ora riposa ai piedi del noce!

Buon Autunno amici miei!