...ci vediamo alla Quercia...

...ci vediamo alla Quercia...

mercoledì 8 novembre 2017

mercoledì 18 novembre 2015

Assente...quasi giustificata.

L'ultimo post pubblicato il 16 di aprile, sette mesi or sono, ero in ospedale accanto a Giuseppe che aveva appena subito un intervento.
Il suo stato di salute era ormai diventato, a sorpresa, uno stato di malattia che poteva essere debellata solo chirurgicamente, in un primo momento, per poi essere cancellata definitivamente con terapie e medicinali.
Oggi posso dichiarare che, con indicibile forza d'animo, innato spirito  positivo e deliziosa voglia di lottare e vivere, Giuseppe è di nuovo libero di creare il suo futuro!
Per questo mi sono presa una pausa...pur sempre ingiustificata, perchè la teoria del FARE non deve mai prevalere su quella dell'ESSERE.

Alla Quercia abbiamo avuto molto da fare, abbiamo conosciuto, rivisto e interagito con tante splendide persone e nel frattempo abbiamo impegnato tutte le nostre energie in direzione della buona salute.
Ma quanto è ripida la salita verso la guarigione? Averla pare scontato, perderla un insulto alla nostra intelligenza, eppure è un attimo.

Dovremmo sentirlo ogni giorno quel senso là, sì dai sto parlando proprio di quello!
Ogni mattina svegliandoci dovremmo sentire il senso di gratitudine per la buona salute che ci è concessa,  laddove sia persa una preghiera che ci aiuti a sopportarne l'assenza e ci conceda la tenacia nel desiderare di ripristinarla al più presto e dove questo non fosse più possibile, la fortuna di avere al proprio fianco persone degne d'Amore.

Buona notte amici, la vostra amica assente...quasi giustificata!


giovedì 16 aprile 2015

GLI ALTRI SIAMO NOI.


Non lo so perché noi umani ignoriamo il prossimo.
Il prossimo esiste solo se è davvero vicino, tutti coloro che esulano dalle proprie mura domestiche non esistono e se ci sono li percepiamo come una minaccia.
Gli altri sono coloro che ci creano problemi, sono identificati esclusivamente per scaricare le nostre frustrazioni.
E’ più facile indicare il colpevole nel prossimo, che non in noi stessi , per poi esorcizzarlo e avere la certezza che solo estirpandolo risolveremo tutti i problemi.
A me vengono i brividi al semplice ricordare che tale certezza è stata usata per compiere una delle più gravi atrocità contro l’umanità, almeno tra quelle conosciute.
L’Altro fa parte di me ogni giorno e questo mi procura per la maggioranza del tempo solo immani sofferenze.
“E’ sufficiente guardare il telegiornale per capire quanto dolore ci circonda.”
“ Sì, infatti io il TG non lo guardo più.”
“ Bravo, ma queste atrocità accadono lo stesso.”
E’ questo il concetto.
GLI ALTRI SIAMO NOI.
Ricordo una bellissima canzone che cantava Umberto Tozzi con questo titolo, dal testo ancora molto attuale.
- Siamo  tutte vittime e carnefici, ma tanto prima o poi, gli altri siamo noi… -
Forse non rientriamo oggi in una di queste due categorie specifiche, ma nessuno può garantire che mai ci succederà.
La globalizzazione ci pone di fronte alle sofferenze, tragedie e ingiustizie che accadono ogni giorno sulla Terra, ai nostri fratelli umani, perpetuate, nella maggioranza dei casi, da altri esseri umani, se non si tratta di disastri ambientali, eventi naturali che, è sufficiente scavare un po’,per arrivare alla conclusione che sono la conseguenza della cattiva gestione dell’essere umano.
“ E cosa posso fare io per i mali dell’Africa? Le ingiustizie dell’oriente, la corruzione, il riscaldamento globale,  e via di seguito.”
Poco o niente, davvero poco o niente, ma potremmo riconoscere l’esistenza del prossimo e con lui accettare che siamo tutti unici e diversi e le diversità non sono una minaccia, bensì  una ricchezza.
Non temere il prossimo è un passo importante che ci costringe prima ad amare noi stessi e a consolidare la nostra fiducia, l’autostima, riconoscere ed accettare il nostro essere unici e diversi da chiunque altro.

Inevitabilmente l’amore per il prossimo passa prima da noi stessi, per questo io sono convinta che tanto prima o poi, GLI ALTRI SIAMO NOI!





lunedì 16 marzo 2015

il futuro dei bambini.

Che si abbiano figli oppure no il futuro dei bambini dovrebbe essere un pensiero di tutti.
Bene che ci vada, il figlio dei nostri vicini potrebbe diventare, domani, il direttore della struttura per anziani che ci ospiterà in futuro.
E allora, desiderate per lui genitori caritatevoli, sensibili e dal prominente senso civico; oppure dei menefreghisti intenti a realizzare i propri desideri multimediali, sessuali che si identificano negli status symbol dimenticando il loro dovere di pedagoghi e diventando così l'esempio da seguire per il pargolo che gestirà, con pratica avidità, la vostra senilità latente?
girotondo_intorno_al_mondo
Si dice che in luoghi dove la guerra e la crudeltà umana campeggia ormai da troppo tempo, sia impossibile ristabilire la pace in tempi brevi, questo perchè i bambini sono cresciuti nella disperazione, nell'ingiustizia, nel dolore e lì solo sappiano vivere.
Non hanno altri termini di paragone, non saprebbero fare altrimenti, crescono con l'odio stillato nel cuore, odio e desiderio di vendetta, non di certo sentimenti naturali, bensì, per l'ennesima volta copiati agli adulti, esempi da seguire in onore di un dio, di una patria o chissà cos'altro, padrona della loro mente, capace indubbiamente di soffocare il cuore.
Sono gli esempi a nutrire l'anima dei piccoli della Terra.
I piccoli di oggi saranno i grandi di domani.
Per questo non mi sorprendo davanti al boia-bambino.
Quanti piccoli boia abbiamo sfornato in europa, non hanno la pistola in mano ma parole taglienti come bottiglie rotte in grado di sgozzare il più debole del gruppo, perchè se non sei integrato non sei degno di stare nella società e chi non segue lo status, deve schiattare.
L'odio che abbiamo dentro è come il moto perpetuo delle onde del mare, alimenta in modo contorto tutto il sistema, nessuno ne rimane immune, soprattutto i piccoli innocenti.
Il futuro dei bambini è affar nostro, da adesso, non c'è più tempo!

Buona notte, amici, un augurio d'amore a tutti i piccoli della Terra.


lunedì 2 marzo 2015

Il mio ruscello ha voce di donna.


Il “mio”ruscello ha voce di donna.




















Rumoreggia ai piedi della Quercia e spesso m’attrae in tranelli.
Se gli  passo accanto di fretta mi costringe a rallentare l'andatura e i miei pensieri,  allungo l’orecchio perché sono certa d’udire il vociare di donne allegre che sparlano di mariti e compagni, giocose nel confidarsi,  e quando decido d’unirmi a loro, in un istante sono già sulla riva del fosso ed ebete ricordo che, dove vivo, non ci sono donne giovani che arrivino sino Alla Quercia per tornare a casa.

Altre volte, mentre stendo i panni sul filo, odo risate cristalline, invitanti e attraenti,  mollo tutto e corro a vedere se posso ridere un po’ anch’io e come in trance rincorro l’acqua che scorre, seguo il suo percorso ritrovandomi in gole nascoste, protette alla vista , in un salto breve ma intenso che somiglia in tutto e per tutto ad un tuffo al cuore.

Mi capita di passare di corsa tra le stanze, con mani cariche e schiena rotta e puntualmente, arrivata vicino al ruscello, sento donne sussurrare preghiere davanti alla madonnina, le sento ripetere piano le nenie 
incantate di chi chiede aiuto, non posso ignorarle, mi libero da ogni ingombro e, seduta sulla riva del piccolo corso d’acqua,  mi unisco in preghiera e mi ritrovo sola.

In certe giornate grigie, quando la pioggia è fitta-fitta tanto da inzupparti fin dentro l’Anima, non è raro sentire singhiozzi di pianto e angoscia, allora giunge il momento che anch’io dismetta la teoria del “fare” per quella dell’”essere”.
Mi  siedo in riva al fosso  ad ascoltare l’acqua che giunge ai miei piedi, lava la coscienza e scorre via, oltre la vista, oltre la conoscenza, oltre la mia vita.
Me ne rimango lì a riempirmi gli occhi della sua corsa fatta di piccoli salti, mulinelli, grotte, antri umidi e bui e riflessi cristallini in grado di catturare tutta la luce e restituirla più luminosa, più pura.
V’immergo le mani e sento il freddo entrare in ogni cellula, ferirmi come mille lame di coltello e nel dolore mi  purifica, mi scioglie mi prende e porta via con se’.
Come sarebbe il mio corpo se tutta l’acqua che lo compone decidesse di defluire nel ruscello e correre verso il mare? Un gheriglio di noce annerito e secco, terribilmente vuoto.
L’acqua tornerebbe all’acqua, il mio guscio vuoto alla terra, lo spirito, sbatacchiato un po’ dal vento vagherebbe curioso qua e là, e l’Anima? Quella torna a casa, esattamente da dove è venuta, ora non so dirvi dov’è, ma lei lo ricorda, ne sono certa.

Sì, non v’è dubbio, l’acqua ha voce di donna.

Buona settimana amici.





mercoledì 18 febbraio 2015

San Valentino.

Reduce dal mio 37° San Valentino, mi accingo a scrivere questo post che non può parlare che d'AMMMORE! A modo mio però.



“In amore vince chi fugge”, voglio iniziare le mie considerazioni post-San Valentino con questo adagio popolare.

Una volta lo interpretavo come un’esortazione ad essere un po’ misteriosi, lasciar intendere di desiderare e poi allontanarsi dal soggetto del desiderio per innescare un effetto fascinoso e incontrovertibile che rende irresistibili.
Se ignoriamo che spesso non funziona affatto, ma semplicemente concorre a farti affibbiare la nomea di una/uno che se la tira, oggi lo interpreto in maniera completamente diversa.

Vince chi fugge lontano dagli amori malati, quellli che non rispettano il corpo, la personalità e la libertà altrui,persino la vita.
A gambe levate, lontano da chi opprime, vessa e costringe a vivere nei sensi di colpa.
Fuggire coloro che rubano energia, ti levano l’aria, mettono tende e sbarre alle finestre.

L’Amore non fa mai male se è tale.
Con questo non voglio dire che in una coppia che si ama non ci siano momenti difficili, talvolta dolorosi, bensì sono certa che non sia l’amore a provocarli, piuttosto la sua assenza, anche temporanea.

Oggi lo urlo a gran voce, in amore vince chi fugge lontano da chi nega il tuo essere, anche e soprattutto quello impalpabile e indomabile dello spirito. E’ più facile farti credere che non ce l’hai, perché se te ne convinci smetti di volare, smetti di cercare la libertà oltre le sbarre alle finestre.

E’ questo ciò che penso dell’Amore, vale la pena di vivere solo quello che rende felici, perché è l’unico e l’autentico.

Sì, lo ripeto a gran voce: "In amore vince chi fugge gli amori che negano l'Amor Proprio"

Amate voi stessi!!!

Peace and Love for everybody.

P.S. La Pace oggi dobbiamo invocarla davvero.
E poi, vogliamo veramente parlare di questo film che spopola da San Valentino? Non credo che la storia di sottomissione d'una donna nei confronti d'un uomo sia tanto originale, è dalla notte dei tempi che è così.
L'unica nota simpatica, davvero ironica che ci riporta coi piedi per terra è che la descrizione dell'uomo in questione è l'insieme di tutte quelle qualità che noi femminucce sogniamo ardentemente in un compagno, pertanto inesistente per definizione!
Riflettiamo amiche mie, tanti anni di lotte e battaglie incenerite in otto euro del biglietto del cinema.



giovedì 5 febbraio 2015

Privilegi.



Se c'è una cosa che ho sempre chiesto d'avere nella vita, quella è la consapevolezza.
Non è per niente facile, richiede un grande sforzo d'anima e una capacità innata d'analisi di tutte le cose, da quelle più piccole e a tratti insignificanti, a quelle più grandi e importanti.
Di una cosa sono particolarmente consapevole in questo momento, ed è il privilegio di vivere esattamente dove vivo, Alla Quercia.
Molti avranno intuito che "Alla Quercia"è per me una condizione mentale e spirituale, rappresenta il luogo ideale, quello che mi fa stare bene.
Ma questo luogo esiste, ha coordinate ben precise e si trova a Pratieghi.
Amo il mio paesino, è un angolo di paradiso.
Ieri pomeriggio ho sentito un trambusto, guardando fuori dalla finestra ho colto una bellissima volpe mentre saltava il ruscello e saliva il pendio, perdendola un attimo dopo tra i rovi. Pochi secondi più tardi è arrivava Celia, la nostra cagnolina, che la rincorreva.
Le ho osservate correre tra i campi, ma poi la volpe s'è infilata nel bosco e...ciao ciao Celia.
Talvolta ho la fortuna d'assistere a scene meravigliose che lasciano in me un segno indelebile, "Tu abiti qui, nel sogno." Spesso me lo dico.
Anche oggi tornavo a casa in auto e andavo molto piano a causa del ghiaccio e ho visto attraversare tre caprioli adulti, due femmine e un maschio.
Si sono fermati in mezzo alla strada, obbligandomi ad attendere che decidessero cosa fare, e in quell'attimo mi sono sentita fortunatissima perchè di solito fuggono come saette, invece stavolta si sono lasciati ammirare, ho trattenuto il fiato.
Alla fine il maschio ha optato per tornare da dove era venuto e dopo che erano rientrati al bordo della strada per riguadagnare il bosco, ho abbassato il finestrino e gli ho urlato: "Fate tanti figli!"
Non è così scontato poter vivere in luoghi in cui gli animali sono ancora liberi e convivono con noi esseri umani.
Proprio di recente ho letto di sette specie animali che spariranno entro cinquant'anni e come al solito l'uomo ne è la causa.
Mi fa arrabbiare quanto poco coscienziosi siamo verso l'umanità a cui tutti apparteniamo, agiamo senza pensare che le nostre azioni d'oggi determinano la qualità della vita degli uomini di domani.
Comunque a Pratieghi l'acqua è buona, l'aria è pulita e la terra non conosce veleni.
C'è un bar, un albergo-ristorante e un Ristoro dell'Anima, "Alla Quercia", poi ci sono abitanti che non raggiungono nemmeno il centinaio d'inverno.
Abbiamo una colonia di gatti selvatici e lupi su per i boschi.
Cieli tersi e neve copiosa.
La criminalità è pressocchè inesistente, l'ultimo crimine è stato commesso ad agosto, quando dei malviventi hanno rubato benzina dal serbatoio di un'auto parcheggiata sulla strada, forse la bravata era dettata più dall'impellente esigenza di carburante, visto che il primo benzinaio è a una quindicina di chilometri.
Chi vive nei sogni spesso rinuncia alle comodità offerte dai mondi ordinati, puliti ed efficienti,
spesso ci sentiamo chiedere: "Ma come siete finiti qui?"
Il bello è che noi qui, in questo paradiso, non siamo finiti...siamo appena cominciati!

Notte notte amici, io e la mia gattina tra poco dormiamo.